Caltagirone Editore si ritira dalla Borsa

Il 9 giugno scorso Chiara Finanziaria Srl, società del gruppo Caltagirone costituita lo scorso 15 maggio, ha lanciato una offerta pubblica di acquisto su tutte le azioni della società Caltagirone Editore non controllate direttamente o indirettamente da Francesco Gaetano Caltagirone e dai suoi familiari: nel complesso poco meno di 41 milioni di azioni, pari al 32% dei 125 milioni di azioni nelle quali è suddiviso  il capitale della società, che riunisce tutte le partecipazioni editoriali del gruppo: i quotidiani Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Corriere Adriatico, Quotidiano di Lecce/Brindisi/Taranto, Leggo, la concessionaria di pubblicità Piemme, le società tipografiche di Roma, Napoli e Mestre.

Per ciascuna delle azioni oggetto dell’OPA, verrà offerto il controvalore di un euro; il successo dell’offerta è subordinato al raggiungimento, da parte della società offerente e della famiglia Caltagirone, di una quota azionaria di almeno il 90% del capitale. L’offerta è finalizzata al delisting della Caltagirone Editore dalla Borsa di Milano, dove la società era quotata dal luglio 2000, pochi mesi dopo la sua costituzione, avvenuta nel dicembre 1999.

Negli ultimi dieci esercizi, dal 2007 al 2016, la holding editoriale del gruppo Caltagirone ha visto più che dimezzarsi il fatturato, passato dai 327 milioni del 2007 ai 152 del 2016, ed ha accumulato quasi 270 milioni di euro di perdite.

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